Stasera mi viene da piangere. Non fraintendetemi, non sono triste. Sono nostalgico. Certo, non nel modo - intendendo per modalità il motivo – in cui una certa persona si aspetta che io mi arrenda alla nostalgia. Ho nostalgia per il me stesso dei tempi andati (st’espressione fa molto Scrooge).
Stasera ho preso i miei 3 tomi di Protagonisti e testi della filosofia testi liceali di filosofia, e all’interno un foglietto:
Io sono qui, adesso, sono in viaggio, ti guardo, ma sembra che tu non abbia un viso ( traduzione per i posteri: è di spalle).
Dormire: sognare, sognarti, poterti amare, almeno in sogno; possederti, sentire che tu sei in mio possesso. Ed allora datemi un cuscino! Voglio invaderti. Rubarti l’aria! Se la vuoi viene a prendertela tra le mie labbra. Ma, se solo in sogno posso essere aria per te, ti prego di non considerarmi, ti prego di rimanere così come ti guardo (distante). Io potrò avere sempre il mio cuscino.
Credo fosse del 2006.
La cosa particolare è che 1) questa cosa l’ho scritta nel pullman che mi portava a casa dopo il liceo, mentre guardavo un ragazzo di spalle, Raffaele e 2) all’epoca ero molto romantico, tragico, forse infantile, ma producevo. Scrivevo, creavo, e credo anche abbastanza bene. Che che se ne dica, nonostante il mio continuo pensare alla morte, ero molto speranzoso. Sono sempre stato un ossimoro vivente. Così come adesso, alla mania della morte, mi si attribuisce la mania del sesso; una maschera, un contrasto ancora maggiore, poiché non solo non lo pratico ma ne ho anche paura. Paura come un ragazzetto. Paura della vita. Eppure ho assaggiato lati piacevoli della vita. Ecco, io tendo a volere solo il lato piacevole di tutto. Non voglio fare amicizia con i ragazzi, mi mette a disagio. I turbamenti li evito, i rischi, le emozioni forti potrebbero svegliarmi dal mio piacevole dormi-veglia, ed io non voglio alzarmi. Sono un vecchio. Tanto mi ha cambiato il mondo? direbbe Celestina a Parmeno.
Non lo so.
So soltanto che cose nella mia vita son cambiate in meglio, in primo luogo le amicizie, l’università, il mio rapporto con la famiglia. D’altro canto sento che ci sono situazioni irrisolte. Periodi neri che tornano ciclicamente.
Sono lo stesso Pasquale che scrive:
Ecco, adesso arriva – sospirò. Non riuscivano a rassicurarlo altre poche ore. Il letto erano carboni ardenti e chiodi arroventati e lui diventava insofferentemente di fuoco. Si agitava. Più si agitava e più si incazzava. Presa una decisione, si sedé sul letto e cerco le pantofole. Non riusciva a trovarle. Scalzo, coi piedi che lasciavano dietro, oltre le orme, il rumore, attraversato il corridoio, entrò in cucina. Tastando ogni cosa sotto la luce lunare del primo mattino, in cerca di un bicchiere e dell’acqua, accese per sbaglio la luce del giardino. Due bicchiere non erano sufficienti a calmarlo e indirizzò il bagno. Accendendo la luce chiuse la porta e alzò la tavoletta, facendo pipì accuratamente intorno per non fare rumore. Voltandosi verso lo specchio, si aggiustò i capelli con la mano e non riuscendoci, lasciò perdere: si sentiva di voler spaccare lo specchio con un pugno, di farsi uscire molto sangue, tutto da guardar scorrere.
Si levò la maglia e via anche i pantaloni e i boxer, entrato nella doccia aprì il rubinetto. Faceva freddo, era autunno, era la fine di settembre. Fuori, le folate di vento, tutt’altro che timide, si facevano sentire nelle case, dalle persone, le quali, semi-dormienti, venivano turbate dai rumori provocati dai loro giochi.
Luca li sentiva, nonostante lo scoscio tintinnante della doccia. Sentiva di avere ogni arto e ogni membro del suo corpo invaso dalla siccità e cosparso di secca cenere. L’acqua fredda lo dissetò e tornato in sé miscelò l’acqua affinché fosse calda abbastanza per continuare a sentire i suoi pensieri.
Asciugato appena, si arrotolò un asciugamano alla vita e uscito dal bagno rientrò in cucina, dove accese la tv, abbassandone il volume. Alzò lo sguardo alla sua destra verso l’orologio: quasi le 5 di mattina.
“Luca, quando non riesci a dormire, fai qualcosa, qualunque cosa: una camomilla, guardati la televisione, leggi un libro, gioca al computer, basta che non fai tanto rumore! quante volte te lo devo dire?!”, lo sgridò il fratello, Giacomo e poi aggiunse: “Non puoi svegliarmi tutti i santi giorni così! Dannazione, io ho un lavoro! E se vado a lavorare lo faccio anche per te! Capisco che, sia un momento, lo è anche per me! Ma io devo essere riposato!”, così disse, sbadigliò e sparì nel buio della casa, della stanza attigua a dormire.
Luca guardò fuori, attraverso la finestra e trovò la città ancora in fase off, il cielo buio, ancora silenzio. Fissava fuori, ma non si riusciva ad acquetare. La sua foga aumentò e vestendosi di una tuta prese le chiavi di casa, si avvicinò alla porta, guardò fuggitivo una foto, incorniciata da ferro battuto e vetri colorati, una foto di famiglia, su di uno scoglio, in una sorta di agitazione per un’onda alle spalle, ne guardò con più foga un’altra, in cornice di legno, dei suoi genitori in bianco e nero, di quando ancora si amavano, intenti in un bacio, di quando ancora erano vivi, si riprese ed uscì sbattendosi dietro la porta.
Inizio di Vaghe Parole, 02,01,’05.
...o sono cambiato?


13 commentaires:
L'unica cosa più brutta della vita è avere i capelli in disordine e assonnati di prima mattina.
Non capisco il perchè di questa tua mestizia notturna, ma ormai ti conosco mascherina, abbastanza da sapere che ogni tanto e prima o poi ti viene la nostalgia cupa di qualcosa.. Non sei l'unico.
La composizione del cuscino mi è piaciuta molto.
Sei il mio punto interrogativo al contrario preferito.
non era mestizia e non era notturna, era solo un momento in cui rinvangavo i miei ricordi creativi. La composizione del cuscino piace anche a me.
Pakit, ma cos'è tutta questa sadness? (Anche se tu dici che questo non è un'intervento triste, ma per me lo è. :D)
In questo periodo stiamo tutti un po' uccisi mentalmente, io anche fisicamente. Sto somatizzando in ulcere gastriche e sublimazioni epatiche (termine di nuovissimo conio) ciò che la vita mi riserva.
In poche parole, sto peggio di te. :D
(Word verification: gsusn)
"UN INTERVENTO" senza apostrofo
uffi... mo lo cancello... volevo solo rendervi partecipi del pingupakì del passato, ma dato che la mia "sadness" o presunta tale, non è socialmente accettata, adieu!
non ci corrucciamo, infondo, domani... domani è ... wwwwwwwww____________________
mercoledì 22 ottobre assembleiam yoyo
ma quando? a che ora? e dove?
a rigor di sembrare un secchione, io vorrei dalle 5 alle 7 fare arte... ci battiamo anche per questo, no?
...mercoledì sono sospese le attività didattiche, mi spiace per la tua soggettamma. Cmq ore 10.00, aula T1 di Mediterraneo. Martedì,invece, c'è un corteo che parte da Piazza del Gesù alle 10.00...ma non lo propongo nemmeno...
Fino alle 19 non so proprio come fai.. piccolo pinguino che agita frettolosamente le zampe nella skyline napulegna.. ciuff ciuff
Su,su.
La cosa del cuscino piace anche a me (L).
Bien te veo besugo,que tienes el ojo claro (sarà scritto giusto?).
Ormai nopn ti consolo più,so che sono momenti.
Mi piace la foto XD.
Carola,il corteo hai detto che è Martedì alle 10,giusto?Ci penserò...
...avviso di servizio...
mañana cojo el tren de las nueve. Entonces, nos vemos a las nueve y midja (media)a la estacion...
Già sapevo,già sapevo.
Non vedo l'ora di vedere Robin.
(Loooooove).
Me è attratta dai nomi che finiscono in N,o meglio dalle persone che li portano
Ubaldin :D?
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