mardi 5 août 2008

What should I do I'm just a little baby What if the lights go out And maybe and then the wind just starts to moan Outside the door he followed me home


Ecco. 5 Agosto 2008. Sono le 04:32 e non riesco a dormire. Sono preso da pensieri infelici, d’un tratto.

Capii ben presto - scrivo su un pezzo di carta preso dal dietro di un calendario - che le mie paure erano più forti dei miei genitori. E se prima, piccolo com’ero, andavo a chiedere conforto e protezione ai miei genitori nel lettone, in compagnia di Mark (un orsacchiotto patchwork), capii che loro erano troppo deboli ed impotenti per credere anche solo che un bambino a quell’età potesse avere tali paure.

E credo che alla fine le paure abbiano preso il sopravvento, il controllo sulla mia realtà e sul mio modo di esserci.

Ho letto stasera/notte dei racconti di un’antologia gay. Prendere possesso della propria vita non è così facile; lo è per gli altri, i non disadattati, ma per noi è un’impresa. Mi sono coricato nel letto pensando che sto rubando l’esistenza a qualche anima che deve nascere. Mi sento incapace di capirmi. E dopo tanto tempo piango. Calde escono confondendosi colla calura estiva, che pesa nonostante il condizionatore.

Ho desiderio da almeno 10 anni di scomparire, svanire, morire, ma poi no.

E questa voglia/non voglia finge buonumore di solito, ma è fuori uso adesso.

Mi metto sdraiato sul divano del salotto, sento i cani della vicina latrare, nella stanza ci sono 32 gradi e mi scorrono lacrime. Vorrei fuggire, penso. Dai, apri la porta, scalzo come sei, corri, giù per le scale, fuori, in strada, corri, senti l’asfalto graffiarti i piedi malconci, e fuggitene, via, vai a morire fuori, lontano dai tuoi mezzi di sopravvivenza.

È il terzo cucchiaino di Nutella e le lacrime si sono arrestate.

Almeno capissi perché son guasto. Voglio scopare. Adesso. Da oggi in poi, niente più Nutella o dolciumi, basta. A dieta. Così potrai scoparti un bel ragazzo e non sentirti a disagio, come se egli lo stia facendo per compassione. E tu, ti sentirai più forte, non così inetto.

Cazzate.

Non cambierà nulla, né il mio fisico, né il mio guasto interiore.

Vado a dormire, pensando che come me molti altri passano queste misere ore. Entro nel letto, la mia cagnolina mi viene vicina e cerca di leccarmi le lacrime, l’accarezzo e mi dorme accanto. Purtroppo si prende tutto lo spazio e non dormo molto di notte. Alle 5 e 40 riaccendo il deumidificatore e non dormo. Le 6 e 30 mia madre entra in camera, sono salvo, Milly va in cucina ed io ho di nuovo il letto per me. Mi sveglio alle 12 e 22. Cazzo.

Il giorno ricomincia. Ma più turbato, stanco e triste degli altri giorni.