lundi 2 mars 2009

eclissi totale

Talvolta l’aria risulta così simile alle tante arie vissute, odiate, fredde, calde, amari arie; che ne hai nostalgia. Hai nostalgia della nostalgia. Ascolti canzoni di epoche oramai conclusesi e ti viene voglia di accenderti una sigaretta, prendere un bicchiere dalla credenza e versarti un Jack Daniel’s, uscire fuori in balcone, sentire quel vento accarezzarti la pelle, il gelo filtrare il fumo ed entrare nei polmoni.

Nel mio caso non è così. Io piango, piangevo. Sono una femminuccia, sono un debole, mi faccio prendere dalle emozioni. E lo so. Io ascolto canzoni di decenni passati, che non ho mai vissuto, e ho voglia solo sfogarmi, di rompere il bicchiere di JD’s scagliandolo contro la credenza, e di cominciare a fumare per poi tossire e buttare la sigaretta dal balcone. Io sono un perdente.

A nulla valgono le sollecitazioni, i consigli, i rimproveri, non cambio. Ho ancora paura di prendere le redini della mia vita e galoppare contro il vento, in cerca di euforia. Deludo me stesso e gli altri. Ma me ne frega.

Io sono un personaggio di una storia, che una nonnina racconta ai nipotini per farli addormentare; non esisto, ciò che vedo non esiste, è tutto solo un sogno, bello o brutto che sia. Così mi calmo. In questo mondo in cui tutto è così materiale e forte, io abbraccio le parole, inconsistenti, uguali, fragili.