
È domenica, sono le 23:41. Sono a casa, come al solito. E avrei anche voglia di scrivere, di leggere, di applicarmi col francese, ma no; non voglio fare nulla di tutto ciò. Se potessi vorrei mettere su la versione di Vonda Shepard di Tell him e ballare a mo’ di Uma Thurman in Pulp fiction, con un bicchiere di JD’s in una mano e puntando gli occhi verso qualcuno, che sia mio. Aspetto solo che mio padre, il quale sta nella camera attigua, sul letto, a guardare la televisione, si addormenti, per trovare la canzone all’interno di Arci (il mio notebook) e cercare di sciogliermi un po’. Well, well, well... è iniziato il 2009, da ben 12 giorni, fra poco. E mi sento stordito. Più vado avanti, più non capisco, chi io sia, sia stato e chi sarò. Io sono quel tipo che scriveva poesiole stupide e noiose o pagine banali e mal scritte, credendosi un talento in erba? Sono io quello che non riesce ad allacciare contatti con i suoi simili? Mi chiedo se io stia sbagliando tutto. Se questo porto sicuro sia poi così sicuro o se mi stia facendo più male dell’impatto con i flutti e gli scogli. Vorrei poter credere in qualcosa, ma l’unica cosa in cui credo è alla finzione dei miei occhi, e così con le canzoni di Emmy the Great, di Amy MacDonald, Dido e Georges Brassens cerco quella nenia che mi cullerà fino al rimbambimento per tutta la prossima settimana. In queste feste ho capito di essere in bilico tra l’essere quasi adulto e l’essere ragazzo. Ho scoperto che alle volte le voglie sessuali vanno controllate, e che ci si può controllare... che non mi salti più in testa di intrufolarmi nel bagno quando c’è già qualcuno, per fame di sesso orale. Non che io l’abbia fatto, però ci ho pensato a lungo. Queste sono birichinate che da adolescente mi potevo permettere, perché si è giovani, ma è parecchio squallido a 21 anni e se non lo si fa al proprio ragazzo. Così l’anno nuovo si è aperto con le pippe mentali e con un vento nuovo, un vento che sapeva di Yann Tiersen, di cambiamento, di magia, di amicizia forse di speranza. Perciò ora aspetto il cambiamento, anche se so che il cambiamento dipende da me. Ognuno ha i suoi tempi; io sono lento. E quanto mi colpisce vedere su facebook la cotta del quinto anno di liceo a mare, con il suo customino attillato sul davanti, i muscoli in bella mostra e la faccia da schiaffi di chi ha e ottiene tutto dalla vita. Per quello e per l’evidente mancanza di contenuto nel customino aderente lo defenestro da cotta del quinto anno. Ben gli sta.


9 commentaires:
Quella tazza è così felice di avere in sè il cioccolato che non si sposa con gli annosi dubbi della tua selfnessc.
dear Pingu don't mind.
I wish I could be that spoon
plof
http://www.youtube.com/watch?v=CB0VQ2cwKBA
I don't mind if you don't mind
'Cause I don't shine if you don't shine.
Put your back on me,
Put your back on me,
Put your back on me.
The stars are blazing like rebel diamonds cut out of the sun.
Can you read my mind.
Seriamente, l'umanità potrebbe essere migliore se i ragazzi smettessero di postare sui blog foto di cioccolatI anonimi, affidandosi invece alla religione rivelata del Ciobar. Saremmo tutti molto più felici!
Maria
... ciobar è il mio diò... ma ci voleva una tazza di chocolat, dato le mie letture (cioé chocolat della harris)...
"Per quello e per l’evidente mancanza di contenuto nel customino aderente lo defenestro da cotta del quinto anno. Ben gli sta. "
Ti amo.
propongo petizione contro Ciobar -gusto Bacio Perugina.
non possiamo correggerlo con Ciobar normale tutta la vita
non me lo toccare... il gusto bacio è untouchable
Ewww al gusto bacio! E quello a cioccolato bianco è anche peggio.
Com'è Chocolat? Io lo presi tempo fa da un'irlandese su BookMooch ma non ho iniziato ancora a leggerlo.
io ce l'ho in italiano... ed è molto carino, non è come il film, è meglio...
esiste ciobar gusto cioccolato blanche?
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