Addio blogspot... mi mancherai...
Fa' visita a chi vuoi: tanto sono tutti matti... non poi evitare d'andare in mezzo ai matti, qui sono tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta, devi esserlo altrimenti non saresti qui!
Più volte mi è stato suggerito di non scrivere post pseudo - analitici, in cui io indagavo su me stesso e sui miei umori, i miei cambiamenti e via discorrendo. Ma ieri ho capito che vi è una ragione dietro tutto ciò, dietro cioè al mio domandarmi. Avevo accompagnato Chiara in via dei Tribunali a comprarsi un panino, e le dico: “A volte, penso di dovermi mettere a dieta, dimagrire, fare tanti muscoli e fottere, andare a fottere un sacco.”
Di qui, una discussione, la mia parte romantica è alla frutta e non riesco a vedermi in una storia “seria”, romantica, amorosa; tutto mi sa di sdolcinato e vomitevole. Ne ho un rigetto. Troppe storie “d’amore” mi gravitano intorno e sempre più ne sento l’insofferenza, non l’invidia. Tutto mi appare infantile, stucchevole e non capisco il perché. Perché ora non sono più romantico, ma cinico? Cosa è cambiato? Riflettevo su questo, sul fatto che non scrivo più poesie, sul fatto che non ho fatto spostamenti di mobili o di cose in casa, preannunciando la primavera, ho un diverso rapporto con i miei genitori – pessimo, sprezzante – inveisco contro di loro e li faccio a volte come la merda. Cosa c’è che non va più in me? Perché mi sento rotto all’interno? È stata la morte di mia nonna, un anno esatto oggi, o l’occupazione del 22 ottobre dell’anno scorso, o cosa? Se questo vuol dire crescere, mi voglio rifugiare anche io nell’isola che non c’è.
Proprio stasera sono particolarmente giù. Ma non è altro che un momento. Non differisco molto da una persona che non pensa tenendosi occupata e il momento in cui pensa si abbatte.

Talvolta l’aria risulta così simile alle tante arie vissute, odiate, fredde, calde, amari arie; che ne hai nostalgia. Hai nostalgia della nostalgia. Ascolti canzoni di epoche oramai conclusesi e ti viene voglia di accenderti una sigaretta, prendere un bicchiere dalla credenza e versarti un Jack Daniel’s, uscire fuori in balcone, sentire quel vento accarezzarti la pelle, il gelo filtrare il fumo ed entrare nei polmoni.
Nel mio caso non è così. Io piango, piangevo. Sono una femminuccia, sono un debole, mi faccio prendere dalle emozioni. E lo so. Io ascolto canzoni di decenni passati, che non ho mai vissuto, e ho voglia solo sfogarmi, di rompere il bicchiere di JD’s scagliandolo contro la credenza, e di cominciare a fumare per poi tossire e buttare la sigaretta dal balcone. Io sono un perdente.
A nulla valgono le sollecitazioni, i consigli, i rimproveri, non cambio. Ho ancora paura di prendere le redini della mia vita e galoppare contro il vento, in cerca di euforia. Deludo me stesso e gli altri. Ma me ne frega.
Io sono un personaggio di una storia, che una nonnina racconta ai nipotini per farli addormentare; non esisto, ciò che vedo non esiste, è tutto solo un sogno, bello o brutto che sia. Così mi calmo. In questo mondo in cui tutto è così materiale e forte, io abbraccio le parole, inconsistenti, uguali, fragili.

Lo so. Sto diventando troppo melodrammatico... così succede quando ci si lascia andare a periodi in cui nei singoli giorni magari va bene, ridi, studi, bevi, ti diverti, fai amicizie nuove e ti apri, ma nel complesso non è chissà che, non ti senti soddisfatto e passano settimane, giorni ed ore e tu non hai granché da dire se non banalità ed osservazioni triviali. Eppure questa settimana, a causa di Jean-Pierre, ho squarciato il velo ed ho avuto un’epifania.
J.P.: Ma secondo me tu non sei proprio gay...
Io: Non crederai come mio padre che io abbia paura della vagina?
J.P.: ...una specie...
Ed ha fatto uno sguardo: -.-, come per dire “se la provi non la lasci più (la figa, naturalmente)". Ed io ho pensato a tutta una serie di cose, di come sarebbe stato facile essere etero; ma non lo sono. E poi il giorno seguente sono arrivato al punto, che qui però non chiarirò. Dico solo di aver pensato che possa centrare una scena di un film nella questione omosessualità; la scena in questione, vista da piccino, rappresentava 2 adulti consenzienti, uomo donna, nell’atto di simulare un rapporto sessuale, allorché la donna – puttanella – prende da sopra il comodino un coltello, una lama o chissà che, e recide il membro maschile... fossi diventato gay per colpa di questo coglione di regista?
Let's talk
Are you lost or incomplete?
Do you feel like a puzzle?
You can't find your missing piece
Tell me how do you feel?
Well I feel like they're talking in a language I don't speak
And they're talking it to me
