samedi 28 mars 2009

Loal is in the air


Più volte mi è stato suggerito di non scrivere post pseudo - analitici, in cui io indagavo su me stesso e sui miei umori, i miei cambiamenti e via discorrendo. Ma ieri ho capito che vi è una ragione dietro tutto ciò, dietro cioè al mio domandarmi. Avevo accompagnato Chiara in via dei Tribunali a comprarsi un panino, e le dico: “A volte, penso di dovermi mettere a dieta, dimagrire, fare tanti muscoli e fottere, andare a fottere un sacco.”

Di qui, una discussione, la mia parte romantica è alla frutta e non riesco a vedermi in una storia “seria”, romantica, amorosa; tutto mi sa di sdolcinato e vomitevole. Ne ho un rigetto. Troppe storie “d’amore” mi gravitano intorno e sempre più ne sento l’insofferenza, non l’invidia. Tutto mi appare infantile, stucchevole e non capisco il perché. Perché ora non sono più romantico, ma cinico? Cosa è cambiato? Riflettevo su questo, sul fatto che non scrivo più poesie, sul fatto che non ho fatto spostamenti di mobili o di cose in casa, preannunciando la primavera, ho un diverso rapporto con i miei genitori – pessimo, sprezzante – inveisco contro di loro e li faccio a volte come la merda. Cosa c’è che non va più in me? Perché mi sento rotto all’interno? È stata la morte di mia nonna, un anno esatto oggi, o l’occupazione del 22 ottobre dell’anno scorso, o cosa? Se questo vuol dire crescere, mi voglio rifugiare anche io nell’isola che non c’è.

Proprio stasera sono particolarmente giù. Ma non è altro che un momento. Non differisco molto da una persona che non pensa tenendosi occupata e il momento in cui pensa si abbatte.

dimanche 8 mars 2009

Times They are A-Changing


Venerdì sera ho rinunciato alle lezioni di scuola guida, con sommo piacere. A quelle lezioni mi sento di nuovo insicuro di me stesso, incapace di relazioni sociali, in più, un deficiente, giacché ignoro qualsiasi coa abbia a che fare con le automobili, le strade e la loro segnaletica... ma voglio capire, ma quanti segnali sono davvero utili? Perché con gli altri non si fa economia e li si elimina? Oltre a ciò, sono il più grande, sono il meno cuozzo e il più triste. Aspetto per valutrare oltre.
Era da tempo che non entravo in un maxi-cinema, per visionare un bel film. Perché no, I love shopping non è un bel film, per niente, lo si può vedere soltanto immaginando il protagonista (hugh dancy) nudo.
Forse Watchmen è un tintinello troppo violento, ed ha delle scene che sfiorano il trash, ma è ben fatto, soprattutto nella prima parte, bella colonna sonora, i costumi, la fotografia, però smettiamola con la stop-motion, che in un cinema soprattutto, con l'audio amplificato al massimo fa alzare i peli del culo anche solo se uno apre delicatamente la porta o se il vento sibila. Immaginate che succede con le scene di carne e sangue. Ma non è la prima parte della serata di cui mi interessa parlare.
Impregnato com'ero di umore nostalgico, con quelle note di Bob Dylan e Simon & Garfunkel, inumidito dall'aria fredda di marzo, allo Shakti mi sento euforico, come se fosse un'iniziazione; un nuovo inizio.
Quanti nuovi inizi devono essere vissuti per sentirsi meglio?
E lì, noto molte facce conosciute, della circumvesuviana, dell'Università; adirittura due miei ex-compagni del liceo. Ho sorriso, ho cercato di fare il disinvolto, ma sudavo, ero tremendamente agitato.
Ancora di più quando ho notato Andrea, un ragazzo del'università. Non perché quest'ultimo mi piaccia, ma perché vive la vita che vorrei vivere, libero, disinvolto, sessualmente attivo. Ed io, il suo opposto. Mi ci è voluta una birra, per sciogliermi un poco, e da lì forse fin troppo sciolto. Spero che Dario, il fratello d'Ilaria, non si sia fatto una brutta opinione di me.
Ma poi io sono quello o questo?
Insomma, una bella serata, anche grazie ai miei amici, ma devo veramente incominciare ad agire diversamente e non solo pensare di farlo.

lundi 2 mars 2009

eclissi totale

Talvolta l’aria risulta così simile alle tante arie vissute, odiate, fredde, calde, amari arie; che ne hai nostalgia. Hai nostalgia della nostalgia. Ascolti canzoni di epoche oramai conclusesi e ti viene voglia di accenderti una sigaretta, prendere un bicchiere dalla credenza e versarti un Jack Daniel’s, uscire fuori in balcone, sentire quel vento accarezzarti la pelle, il gelo filtrare il fumo ed entrare nei polmoni.

Nel mio caso non è così. Io piango, piangevo. Sono una femminuccia, sono un debole, mi faccio prendere dalle emozioni. E lo so. Io ascolto canzoni di decenni passati, che non ho mai vissuto, e ho voglia solo sfogarmi, di rompere il bicchiere di JD’s scagliandolo contro la credenza, e di cominciare a fumare per poi tossire e buttare la sigaretta dal balcone. Io sono un perdente.

A nulla valgono le sollecitazioni, i consigli, i rimproveri, non cambio. Ho ancora paura di prendere le redini della mia vita e galoppare contro il vento, in cerca di euforia. Deludo me stesso e gli altri. Ma me ne frega.

Io sono un personaggio di una storia, che una nonnina racconta ai nipotini per farli addormentare; non esisto, ciò che vedo non esiste, è tutto solo un sogno, bello o brutto che sia. Così mi calmo. In questo mondo in cui tutto è così materiale e forte, io abbraccio le parole, inconsistenti, uguali, fragili.

dimanche 1 mars 2009

N.B.: (1)

N.B.: Non bere più troppo vino a tavola dei tuoi familiari e mischiare il bianco col rosso, i dolci e il formaggio: fa male.

jeudi 19 février 2009

Guys, What a Shitty World!


Bisogna dirlo. Il cazzone che se ne esce con "carpe diem", "cogli l'attimo", "si vive una volta sola", va fucilato sul momento, con tanto di "hasta la vista, baby" o "e tieni il resto, bastardo". Come si fa a vivere senza pensarci due volte, irresponsabilmente, come se fosse l'ultimo giorno della propria fuckin life? Io, poi, se fosse il mio ultimo giorno di vita, farei tutto nel modo più regolare possibile, senza eccessi, senza addii. Ed è da una parte devastante constatare come il mondo gira, il tempo passa e tu guardi il bruco, rifugiarsi in una clisalide e poi trasformarsi in farfalla. Io sono nel rifugio "clisalideo". In pochi mesi ho cambiato aspetti della mia vita ed ho conosciuto gente, persone che adoro, a cui riesco a dire vaffanculo, per la quale sarei la sua scelta se lei non fosse donna e fosse gay, persone che stimo perché con uno sguardo riusciamo a capirci, e dice bene Iñárritu ciò che ci unisce alla fine sta nella sofferenza, nell'initimità e io aggiungerei che anche nel sesso. Sono contento, infin dei conti. La notte vado a dormire nel mio angolo addobato come se fosse un pezzo del mio cuore, con la tenda della finestra che ricade sulla testiera del mio letto e la mia cagnolina alla quale voglio bene come se fosse mia figlia e son contento. Eppure c'è sempre un ma... Per metà della mia giornata io sogno... non riesco a distinguere la realtà dal sogno, dalla finzione, ciò che è nella mia testa soltanto e ciò che invece è ciò che mi circonda... questa è una scala che porta al salone di una festa ottocentesca ed io sono una straniera tacciata da tutti di essere una poco di buono o è solo la scala di casa mia ed io sto scendendo la mia cagnolina a fare pipì? Sto camminando per Napoli esagitato perché sto inseguendo qualcuno con lo sguardo, forse sono seguito, perché sono una spia, oppure è solo il mio passo svelto? Di questi tempi, mi ritrovo a sognare anche di notte e a fare viaggi pindarici, a scoprire il volto di mia nonna (materna), sul corpo di una donna, che scopre l'amante del marito e la uccide ed io sono nascosto e vedo tutto... E poi sogno G*******o, occhi di cerbiatto, sogno lui e me, l'imbarazzo, il bacio, il sorriso. Dimentico tutto e penso al sesso, e poi alla voglia di viaggiare, di fuggire, cosa posso dire? Sono triste e tu non ci sei, il tempo mi batte le sue lancette in testa ed io sto nell'unico posto in cui non vorrei stare.

mercredi 4 février 2009

The way it is


Credo che sia da tempo che non scrivo un intervento decente. Poca originalità? Poco da dire? Poco tempo? Poca voglia? Può darsi... ma chi se ne fotte? Alla fine non credo a quello che dice Dyo Adriano; alla gente piace leggere dei fatti altrui, se questi vengono riportati in maniera easy, senza pesantezze. Rassegnatevi, io sono pesante.
Basta noie, patetismi e rotture, almeno fino al prossimo ciclo mestruale e alla prossima crisi d’identità peterparkesca...
Ho pensato molto in questi giorni, mi sono incagliato in un’inedia esistenziale e poi sono bastati gli occhi incantatori dell’Ancient Mariner Leonardo (arrr!) per farmi sputare tutta la mia condanna ed espiare i miei peccati ed ora faccio

Oh,Oh,Oh
Woke up today
feeling the way I always do
Oh,Oh,Oh
Hungry for something that I can't eat
Then I hear that beat
that rhythm of town
starts hauling me down
It's like a message from high above
Oh,Oh,Oh
Pulling me out to the smiles and
streets that I love.. Good Morning Baltimore


Con l’eccezione che io mangio, non canto, e non sono di Baltimore, per il resto il mio umore è molto ballerino e zampettante! Lo so, a volte sembro un decerebrato, ma è nella mia natura.

vendredi 23 janvier 2009

Fix me...


Lo so. Sto diventando troppo melodrammatico... così succede quando ci si lascia andare a periodi in cui nei singoli giorni magari va bene, ridi, studi, bevi, ti diverti, fai amicizie nuove e ti apri, ma nel complesso non è chissà che, non ti senti soddisfatto e passano settimane, giorni ed ore e tu non hai granché da dire se non banalità ed osservazioni triviali. Eppure questa settimana, a causa di Jean-Pierre, ho squarciato il velo ed ho avuto un’epifania.

J.P.: Ma secondo me tu non sei proprio gay...

Io: Non crederai come mio padre che io abbia paura della vagina?

J.P.: ...una specie...

Ed ha fatto uno sguardo: -.-, come per dire “se la provi non la lasci più (la figa, naturalmente)". Ed io ho pensato a tutta una serie di cose, di come sarebbe stato facile essere etero; ma non lo sono. E poi il giorno seguente sono arrivato al punto, che qui però non chiarirò. Dico solo di aver pensato che possa centrare una scena di un film nella questione omosessualità; la scena in questione, vista da piccino, rappresentava 2 adulti consenzienti, uomo donna, nell’atto di simulare un rapporto sessuale, allorché la donna – puttanella – prende da sopra il comodino un coltello, una lama o chissà che, e recide il membro maschile... fossi diventato gay per colpa di questo coglione di regista?


Let's talk


Are you lost or incomplete?
Do you feel like a puzzle?
You can't find your missing piece
Tell me how do you feel?
Well I feel like they're talking in a language I don't speak
And they're talking it to me



lundi 12 janvier 2009

҉ ♫♪♫ ╣ J'y suis jamais allé ╠ ♫♪♫ ҉



È domenica, sono le 23:41. Sono a casa, come al solito. E avrei anche voglia di scrivere, di leggere, di applicarmi col francese, ma no; non voglio fare nulla di tutto ciò. Se potessi vorrei mettere su la versione di
Vonda Shepard di Tell him e ballare a mo’ di Uma Thurman in Pulp fiction, con un bicchiere di JD’s in una mano e puntando gli occhi verso qualcuno, che sia mio. Aspetto solo che mio padre, il quale sta nella camera attigua, sul letto, a guardare la televisione, si addormenti, per trovare la canzone all’interno di Arci (il mio notebook) e cercare di sciogliermi un po’. Well, well, well... è iniziato il 2009, da ben 12 giorni, fra poco. E mi sento stordito. Più vado avanti, più non capisco, chi io sia, sia stato e chi sarò. Io sono quel tipo che scriveva poesiole stupide e noiose o pagine banali e mal scritte, credendosi un talento in erba? Sono io quello che non riesce ad allacciare contatti con i suoi simili? Mi chiedo se io stia sbagliando tutto. Se questo porto sicuro sia poi così sicuro o se mi stia facendo più male dell’impatto con i flutti e gli scogli. Vorrei poter credere in qualcosa, ma l’unica cosa in cui credo è alla finzione dei miei occhi, e così con le canzoni di Emmy the Great, di Amy MacDonald, Dido e Georges Brassens cerco quella nenia che mi cullerà fino al rimbambimento per tutta la prossima settimana. In queste feste ho capito di essere in bilico tra l’essere quasi adulto e l’essere ragazzo. Ho scoperto che alle volte le voglie sessuali vanno controllate, e che ci si può controllare... che non mi salti più in testa di intrufolarmi nel bagno quando c’è già qualcuno, per fame di sesso orale. Non che io l’abbia fatto, però ci ho pensato a lungo. Queste sono birichinate che da adolescente mi potevo permettere, perché si è giovani, ma è parecchio squallido a 21 anni e se non lo si fa al proprio ragazzo. Così l’anno nuovo si è aperto con le pippe mentali e con un vento nuovo, un vento che sapeva di Yann Tiersen, di cambiamento, di magia, di amicizia forse di speranza. Perciò ora aspetto il cambiamento, anche se so che il cambiamento dipende da me. Ognuno ha i suoi tempi; io sono lento. E quanto mi colpisce vedere su facebook la cotta del quinto anno di liceo a mare, con il suo customino attillato sul davanti, i muscoli in bella mostra e la faccia da schiaffi di chi ha e ottiene tutto dalla vita. Per quello e per l’evidente mancanza di contenuto nel customino aderente lo defenestro da cotta del quinto anno. Ben gli sta.