dimanche 30 novembre 2008

Blowin' in the wind


Una volta credevo alla potenza della parola. Ora credo alle tante parole che si potrebbero dire e che non si dicono, al silenzio tra una parola e l'altra, agli sguardi.
Oggi credo in cose più evanescenti. E poco importa se non diventerò ciò che sognavo, infondo non merito la nomea, e non la meriterei, di scrittore. Non bisogna aver vissuto per essere "scrittore", ci vuole il "saper scrivere".
E credo che persone che mi circondano siano più capaci di me. In verità, potrei dire che l'università ha prosciugato la mia creatività, l'ha resa sterile. Una volta sapevo scrivere. Sapevo scarabbocchiare, una volta sapevo fare cose ultra-creative, pensare come un gay trentenne a New York (ma va là!). Ora la permanenza nella R1 mi ha fatto comprendere di non sapere più gestire il mio estro. Ora l'incontro con persone "altre" mi ha rivelato l'opacità delle mie doti.
C'è sempre chi ne sa più di te, chi sa farlo meglio di te, chi è incapato più di te. E allora che fare? Io cerco di continuare con la mia vita, allontanando certi pensieri. Fare finta di nulla è la cosa più bella che esista; capisco quelle persone che se parli loro di politica, scostano la testa e rispondono: "no, non mi interessa", come se gli stessi chiedendo di allearti al partito della lebbra. A volte la cosa più facile è disinteressarsi, fare finta di nulla. Il problema? Quale problema?
Lo so di star ammorbando. Non me ne può fregare meno. A differenza di quello che uno può dire, io non scrivo per gli altri. Io scrivo per me. Lo so, sono un'egoista del cazzo.


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per tutte le parole che vorrei dire








































































































































































































































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il vento l'altro giorno ha fischiato una nenia con più risposte alle mie domande di quante yahoo answers ne possa dare.

jeudi 27 novembre 2008

27 novembre : Pranzo sociale a duomo e voce più virile del solito

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dimanche 23 novembre 2008

Ribell1one



[jules et jim: la rivoluzione inizia dalle singole persone e dalle singole esperienze]

Voglio chiamare mia figlia January. Come January Jones, per chi visiona Mad Men è la bambolina sexy moglie di Don Draper.
Ma vorrò veramente una figlia oppure avrei voluto avere genitori come me che mi avessero letto bei romanzi, mi avessero fatto conoscere tante cose e mi avessero dato un nome particolare e il mio desiderio di avere una figlia ne è una proiezione?
Cioé, alla fine l'argomento è il modo in cui sono stato cresciuto, in cui sto vivendo e quindi il modo in cui vivrò.
Per esempio, io non ho avuto da parte di mio padre una educazione politica. Non ho avuto una educazione culturale dai miei genitori. Perché lo dico? Perché non è mai troppo tardi per aprire gli occhi.
Questa settimana è iniziata con l'occupazione dell'aula R1 in via Duomo martedì.

[la mia idea di simbolo della R1]

Qualcosa di concreto l'abbiamo fatto, almeno parlo per noi. Quest'occupazione ha messo in luce lati di persone che erano rimaste in ombra. Quando io dico che a via Duomo mentre fuori c'era una mobilitazione in atto i/le ragazzi/e se ne fregavano, chiusi/e nella torre di un individualismo creato a dose di televisione e poca personalità non faccio torto a nessuno. Perché è la verità.
IO mi professo vecchio a 21 anni: non scopo, non ho relazioni amorose, non bazzico in locali, non adoro la musica, ma cavolo, ci sono vecchi più vecchi di me.
Venerdì la giornata mi ha fatto ragionare in un modo incredibile. Voglio fare francese. Rifare i 3 anni, spostando delicatamente spagnolo in una pattumiera e inserendo la modalità française. Non solo, pensavo durante l'incontro con il professore Amendola (a.k.a.: patatino amendolino) insieme a Ilaria ed Adriano e successivamente l'assistente Pasquale, che la didattica è troppo sterile. Adriano ne sa più di tanti 30 e lode messi insieme.
Io non voglio una didattica, un'università sterile, io voglio sentire ciò che studio.
Io mi ribello a tutto questo. Voglio di più.
E vorrei volere da me di più anche in campo sentimentale. Vorrei che non pensassi passivamente. Mai più passivo. Cioé, non vorrei incappare in un doppio senso o una gaffe... sì al passivo in camera da letto, no al passivo nella vita. L'avrò ripetuto tante di quelle volte che non ci credo più.[beef-cake]
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[attenzione: da non leggere. Pericolo lametta --> emo thoughts]

domenica 16 novembre: prima di dormire

Credevo che gl'anni si succedessero senza importanza. Credevo che uno capisce di aver fatto cambio di cervello solo durante il decimo, diciottesimo, venticinquesimo, trentesimo e poi quarantesimo anno di vita, il cinquantesimo e così via. Come se ci fossero tappe importanti nella vita che sono solo divisibili per 5 e per 10. Poi, oltrepassati i 18 ti si viene detto che tutto sarà più veloce. E tu ci credi. Ma sbagliano. Tutto è più veloce e lento al contempo: è un non tempo.
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Lunedì 17 novembre: prima di dormire

Stanotte, dopo molto tempo ho voglia di piangere. Passano i giorni, i mesi, gl'anni, e sono sempre lo stesso. Ho la barba. Sono al terzo anno d'Università. Sto protestando, affinché non mi si tagli il futuro. In verità non so se sto lottando proprio per questo o se io stia lottando perché non ce la faccio più a vedere merda qui in Italia. Ho 21 anni. Ho i peli sul petto. Ho un membro. E sono un bambino. Mi fingo grande, gioco con i mie amichetti ad essere "grande". Loro lo sono. Io, persisto. Che dura sconfitta per me ritrovarmi con le stesse paure di 3 anni fa.
Vorrei fare 3 cose adesso: fumare, scopare e viaggiare, andarmene.
Credo, alle volte, che la mia gabbia di vetro non permetta 2 delle tre elencate. E dico che il fumo può nuocere alla mia salute, quindi, anche se mi piacerebbe "atteggiarmi" con una siga tra le dita, non credo che sia il caso. Mi faccio schifo, come sono perbenino!
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[ma che cazzo di foto si rovano surfando il net?!]


dimanche 16 novembre 2008

one and three pics

[ SOLO PER ILA, UNICAMENTE PER LEI]

c'è un bazar vicino la sede di Giusso, Via MezzoCannone, che espone un narghilé ripieno delle sorpresine dell'ovetto Kinder... che nostalgia...

[ ODDIO... UN PACCO DI TEGOLINI!]

non so se è solo mia madre che non li compra più oppure sia da attribuire la scomparsa alla dura legge della selezione naturale promossa da Darwin, ma i Tegolini non si vedono più in giro. Ciò vale anche per i Soldini. Altro che Tigri bianche e balene... qui c'è l'estinzione dei prodotti più buoni della nostra infanzia.

PER ULTERIORI INFO... http://www.zarcone.it/2006/07/18/soldino-mulino-bianco/

[LEZIONI INTIME... TOKIO HOTEL... NO WORDS]

non so che dire se non da notare: Valeria Marini è "l'ultima diva dopo la Loren e la Lollo".
Ma soprattutto questo...

samedi 15 novembre 2008

Porci con le ali


Uno dei primi libri letti fu Porci con le ali, scritto a quattro mani da Marco Lombardo Radice ( la buon'anima) e Lidia Ravera. Un romanzo che mi colpì allo stomaco. Soprattutto perché avrò avuto 15 anni, tipo, e stavo leggendo di due adolescenti, sedicenni, che vivevano la loro rivuluzione sessuale sessanttottina, disseminata dalle prime esperienze, la masturbazione, occasionali uscite omosessuali. Il tutto scritto in un realismo, che, diciamolo, io trovo irritante, come in Twilight: l'uso del gergo, l'uso di una scrittura adolescienziale mi sturba parecchio ( è da questo libro che ho preso l'abitudine di dire sturbare al posto di disturbare/turbare)

Cazzo. Cazzo cazzo cazzo. Figa. Fregna ciorgna. Figa pelosa, bella calda, tutta puzzarella. Figa di putanella. Niente. Una volta con le filastrocche ci venivo, o almeno mi veniva voglia. Dicevo le parolacce e poi ridevo, se ero con i miei amichetti. Se ero sola le pensavo, le dicevo a mezza voce e poi mi infilavo le mani nelle mutandine, rapida rapida, con un occhio alla porta e e orecchie così tese che sentivo fischiare le scale. Era un gran spavento. E la mano poi me la sarei tagliata, ma era bello, una gran felicità bagnata, strappata, un urletto soffocato. Adesso, anche se sono sola è come se fossi in mezzo alla gente: mi viene da ridere. Cioè non è che mi viene da ridere, rido perchè non sono mai sola, c'è sempre qualcuno, anche se non c'è nessuno, qualche maledetto coglione che mi giudica.

Così inizia il libro. E così inizia il film che ieri sera ho visto. Dopo tanto che volevo vederlo, l'hanno fatto su sky.

Delusione.
Enorme.
E non sono il solo.
[http://dailymotion.alice.it/visited/nessone1/video/x4e01j_porci-con-le-ali-1977smoking-scene_sexy]
A volte, per la maggior parte del film, si distacca dal romanzo, forte proprio per essere l'antenato italiano di Melissa P. o di The Dreamers. Il punto è che il romanzo fa ridere perchè è ancora attuale. I due pianeti, Marte e Venere, che non si capiscono, è l'argomento principale. Tra le righe un periodo così vivo e colorato (il 68 appunto) che il film ha ridotto alle sue tinte più estreme e scolorite, il periodo del 77, della comune, dei capelli alla Lucio Battisti, del femminismo insulso, del comunismo portato al suo estremo, del terrorismo.
Oltre a ciò la regia di Pietrangeli appare a un ragazzo del 2008 come insulsa, priva di tecnica, luce e fotografia sono inesistenti. Il modo di ricreare un sogno ad occhi (semi)aperti - eyes wide shut -o il pensiero o ancora un dibattito è ingenuo e sperimentale fin troppo, tanto sperimentale che li ha capiti solo lui i passaggi. Unica nota positiva è il rapporto con le scene di nudo che sono belle e forse fin troppo calcolate. Chi è che va a dormire con una canottiera ma senza slip?

Vorrei essere un regista per poter riportare questa storia al cinema, ma come dico io, una cosa che aderisce perfettamente al libro.


vendredi 14 novembre 2008

le 3 canzoni che ho in mente





The Last Shadow Puppets- Separate And Ever Deadly



Nada - Ma che freddo fa



da notare anche la versione in spagnolo Hace frio ya


Blondie - Heart of Glass, ma anche enough is enough (min 1:26)





dimanche 9 novembre 2008

Sovversivi




A

lle volte mi chiedo che cosa sia giovane. E come le pippe mentali possano influire sul comportamento. Lo ammetto, e me ne vergogno, io sono un vecchio e un disadattato. Non ascolto musica, o meglio non è il mio passatempo – che brutta parola passatempo, distrazione? Diversivo? – preferito. Non vado ai concerti, non socializzo per rimorchiare, non rimorchio affatto. Eppure, in questa settimana ho potuto notare come sia lontano dall’esserlo davvero, vecchio intendo, rispetto a certi che si arrendono al minimo venticello e passivi se ne stanno a sperare che il mondo crolli loro addosso. Prima o poi dovrà succedere.

E

una settimana ha avuto inizio l’attivazione vera da parte mia e di Miriam, volantinaggio, sensibilizzazione delle masse di vrenzole ignoranti e di matricole intimidite e sempre qualche coglione c’è. Meglio sfruttare l’università al meglio fino a quando non la potremmo avere più. Mi si dice. IO ho 12 esami sul libretto. IO sto sempre in prima fila a seguire. IO mi faccio pure le iniziative in più. Ma IO voglio continuare ad avere una UNIVERSITÀ.

We, sendi bieni un bo’ gua, timmi di che palla sta rifomma: parole della vrenzola sperdù

Abbiamo, d’altronde fato la conoscenza di Fabrizio, lo spasimante di Miriam, Anna, una ragazza tutta pepe, e abbiamo capito che il prof. Di Arte moderna è di destra e che fa pena… Quando Palazzo Giusso verrà liberata farò lezione.


I

o voglio solo dire "Barack Obama? Giovane, bello e abbronzato". Ma ci rendiamo conto? Ma vogliamo parlarne di come ha reagito quando i giornalisti hanno chiesto di chiedere scusa? Imbecilli. Speriamo che la gente si svegli. Oppure una nuova era totalitarista avrà inizio. Ma a parte le polemiche sono contento che abbia vinto Obama, spero solo non deluda le aspettative. Qui in Italia tutte le testate hanno insistito sul colore della pelle del nuovo presidente. Io punterei l’accento sul fatto che finalmente di nuovo abbiamo un democratico alla white house e non sul fatto che adesso si dovrà parlare di black house.

O

sto cambiando o non saprei. Ho letto Twilight, e voglio leggere New moon. Mi si era attribuito una lettura di libri da dover leggere e non di libri che mi faccia piacere leggere. Ebbene, credo d’aver svoltato, ma è da parecchio che ho il desiderio di leggere e di comprare 1) un bel graphic novel, 2) un libro di Calvino, ma soprattutto dei cd (The arctic monkeys, The editors, The killers, The last scado puppets, Guster, MGMT, Bloc Party, Franz Ferdinand ecc…). Non me ne voglia Miriam, ma penso però che non leggerò mai un manga, corpi maschili troppo androgini.


U

ltimamente non sono stato sempre su msn. Lo odiavo. Eppure mi ha permesso di mettermi in contatto con Claudia. Ci dobbiamo incontrare assolutamente. Ultimamente mi sono aperto alla pop culture, alle culture alternative e se ho amato Zodiac, cionondimeno mi è piaciuto Superbad.

Ma, comunque, ditemi che Occhi-di-ghiaccio non è perfetto. Perché non ci possono essere tipi tanto idealisti, carini, simpatici, alternativi e deliziosi. No, non ci possono essere. Altrimenti mi devo flagellare. E poi vorrei fare i complimenti ai ragazzi dell’Orientale, sempre molto creativi teatrali.


mercredi 5 novembre 2008

Il cacciatore di vrenzole


Sarà che mi stavo leggendo un capitolo di twilight dal titolo la caccia, sarà perchè i libri, love, oramai ce li ho nella fase r.e.m., ma oggi pomeriggio, stravolto e stremato - per il ciclo non si uccidono così anche i cavalli , da vedere assolutamente, capito Ila?! - dalle giornate di mobilitazione studentesca, mi sono addormentato. E ho sognato. Ora non ricordo bene cosa. Ma ricordo che un ragazzo, carino, che più volte ho visto a francese II, biondino/castano, rasato, barba e giubbino di pelle marrone, ci provava con Miriam... forse sarà stato il fatto che in questi periodi tutti ci provano con tutte ed io sto a guardare, ma questo elemento ha fatto da cornice ad un sogno in cui io diventavo scrittore per un giornale per riempire degli spazi. E se la prima pagina era un po' adolescienziale, la seconda uscita era attesa da un po' tutte, redattrice del giornale, vrenzola incapace di leggere, compresa. Ed il risultato era un bellissimo pezzo che parola per parola veniva letta così come in precedenza in sogno avevo scritto... Le parole collimavano in maniera inebriante; erano sarcastiche, ciniche, preziose e quotidiane. Molto alla Palahniuk. E mentre sediamo sulle scale della sede della Federico II - lettere- Miriam mi stringe orgogliosa delle mie parole, mentre in precedenza se l'era spassata col tipo. Mi sono svegliato ubriaco di soddisfazione. Avrei voluto correre a prendere carta e penna ed annotarmi le parole che riuscivo a ricordare. Ma svanite hanno lasciato il posto ad una dolce nenia incomprensibile. Ed ho chiamato Carola, conscio che in me l'arbusto della creatività, della parole non si è seccato, ma ha dovuto autoinfiammarsi per rinascere in modo più adulto. Almeno spero.

p.s.: il racconto scritto in sogno recava come titolo Il cacciatore di vrenzole...