mercredi 24 décembre 2008

Have Yourself a Merry Little Christmas







Non ho scritto per un bel po’. Qualcuno dice che la causa va ricercata in facebook. Io non credo. La causa va ricercata nel fatto che non mi funzionasse il Word 07 e al fatto che ero troppo confuso per scrivere.

Al di là di tutto, io voglio scrivere come se scrivessi a me stesso e forse non sono pronto per parlare con me stesso ancora. Troppo confuso. Ma confuso da che? Dalla vita, magari. In questo periodo a tratti risento dello spirito natalizio che mi caratterizzava quando ero più piccolo, le cose che facevo erano assurde; tipo scrivere canzoni di natale e chiudermi nella stanza da pranzo fingendo di stare davanti ad una platea e ballare Joy to the world, mentre erano tutti fuori a vivere la vita. Cose che solo certi tipi di gay o ragazzine riescono a fare. Non che io mi metta a ballare e cantare in camera in questi giorni, è solo che una parte di me si sente molto episodio natalizio di Ally Mcbeal. L’altro lato di me si sente un inetto. No, non sto per iniziare una parte emo, don’t worry, it’s ok... Sto solo dicendo che, nella convinzione sbagliata di un dodicenne, ora mi ritrovo a pensare: perché non ho un lavoro e non ho mai avuto un lavoro? Ma che cazzo so fare co’ ste manone, solo spararmi delle seghe? Oltretutto, c’è da dire che sto pensando di smettere. È svilente farsi le seghe a ventun’anni... ma esci e va a scopare qualcuno invece di farti pugnette su qualcuno che non avrai mai!

Che so fare? Scrivere? Oddio, penso proprio di no. Settimana scorsa ho rovistato nel mio cassetto (dei sogni infranti, ah, no quello era il boulevard... credo che nessuno l’abbia capita), e ho trovato i miei due manoscritti: Vaghe parole, un romanzetto mal scritto e Non ti chiedere, una bozza di romanzetto, che però mi piaceva come l’avevo abbozzato. Io e Ilaria venerdì ci siamo fatte grasse risate su Vaghe parole (traduzione all’inglese del 2003: wonderer words *_*), un filino troppo naïf per i nostri palati, mentre Miriam ha trovato interessante Non ti chiedere, anche se lo ha definito un misto tra me adesso e un me molto adolescenziale. Eppure, vi giuro che scrivere storie è la cosa più bella che esista; creare delle personalità, delle vite, farli agire, descrivere sentimenti e azioni, descrivere, ti commuove. Avete mai visto il film Stranger than fiction (Vero come la finzione, in italiano)? Bhe, a volte penso che quello è il mio mondo, il mondo della fiction. E poi, mi ritrovo sterile, senza nessuna prospettiva. In bilico. Tra realtà falsata e sogno disilluso.


[ immagine cartolina di Natale della Coca Cola]


E oggi è anche il 24, per molti bambini è l’ora del sognare e forse noi, alla loro età, abbiamo sognato più di loro. Adesso, per molti di noi, Natale è una cartolina della Coca Cola anni ’50, e l’impatto con la realtà è molto grande. Sappiamo che non siamo più bambini e che il tempo di fantasticare lascia il tempo che trova, e a Babbo Natale non chiediamo più le Micro Machines (di cui io andavo matto da piccolo; mi divertivo anche a svestire e vestire Barbie, ma questa è un’altra storia), ma salute per la nostra famiglia, benessere, e attendiamo quel giorno di svolta chiamato capodanno per sperare. Ed ecco che torna il me natalizio che capisce che la Natività è speranza ed evitare di rispondere ai familiari quando loro mi chiedono se ho la ragazza.

mardi 16 décembre 2008

однажды в декабре( kogdato v dekabrje )




Feste, balli, fantasia
è il ricordo di sempre
ed un canto vola via
quando viene dicembre.
Sembra come un attimo
dei cavalli s’impennano
torna quella melodia
che il tempo portò via…

Sembra come un attimo
dei cavalli s’impennano
sento quella melodia,
nella memoria mia…

forse un giorno tornerò
il mio cuore lo sente…
ed allora capirò
il ricordo di sempre…
ed un canto vola via…
quando viene dicembre.

dimanche 7 décembre 2008

Le Parapluie




Come tutti saprete oramai, nell'ultima settimana non sono stato molto bene né fisicamente né d'umore. Il mio compleanno era alle porte, e ciò mi provoca sempre un misto di emozioni tra il melancolico e il nero più nero. Ho ventun'anni. Ma il mio compleanno mi costringe a guardarmi, a guardare la mia vita, a considerarmi e io di solito non mi considero. Altri pensieri mi baluginano per la mente ma questa non è a sede per parlarne. Dico ciò, non per farvi intristire, ma per scusarmi con delle persone che hanno mal inteso le mie azioni, i miei modi, o meglio per scusarmi di ciò che ho fatto di male a qualcuno, che so che ha fatto di tutto perché mi vuole bene e mi scuso con un'altra persona che può darsi si sia sentita tagliata fuori. Passato il mio compleanno sono ritornato Il pingu di sempre, afortunadamente. Ho dato un taglio ai miei capelli, sperando di poter cambiare umore, ho messo le lentine, per poter vedere meglio il bello della giornata, ma sfortunatamente il 4 è stato il giorno più triste mai vissuto da 2 anni a questa parte, a parte la morte di mia nonna. Ma il 4 è stato il giorno che ricorderò per un bel po' di tempo. Di solito la malinconia in me si trasforma in un manto che ben meglio comprendo rispetto l'ilarità superficiale ed insulsa. Il 5 sono ritornato a Napoli col mio immancabile ombrello, che ho portato per tanti giorni, che è stato il mio riparo, la mia protezione, mio compagno di disavventure e mestizie. Come è strana la vita.

Pensi di conoscere qualcuno che non si rivela essere quello che tu ti aspettavi, e ciò non ti fa male, non molto, ma ti costinge ad ammettere che ne hai nostalgia, che ignori che corso ha preso la sua vita e ciò un po' ti infastidisce.
Ma da 1 a 10, quanto sono triste?!?
A volte rileggo cosa scrivo nei miei post e mi ritrovo uno scassapalle incredibile, va beh... sarà il periodo che non è dei più felici. Sarà forse che siamo in tempi di crisi e che io con mio sommo rammarico non sia né abbronzato, né bello. O forse sarà che son periodi. Forse sono le canzoni-tormentoni che ti influenzano... avrò ascoltato troppo i The killers, Dido, The strokes, Burt bacharach e Patty smith questa settimana. Mi sentivo un'anfora pronta ad essere ricolma di buon vino rosso. Pensavo seriamente di scappare, a Roma. Oppure di volere andare a bivaccare e bere almeno 5 boccali di tennent's super o niente. Insomma volevo darci un taglio colla razionalità e fare qualcosa di totalmente impulsivo.
Grazie al prof. Amendola ho ripreso a scrivere poesia e mi sembra di aver scritto uno dei miei più riusciti sonetti, perché, chi mi conosce sa che io, in poesia, sono prolisso e non riesco a costiparmi in 14 versi.
(Già da decine di giorni piove.
Gocce, come mine, esplodono in terra.
Dove nessuno può udire, nei timpani, dove
vige silenzio, sfioro col dito lampi di guerra

e tuoni monchi. Due settimane? Un mese?
Grandinando, l'asfalto trema; in questo rumore
le parole s'infrangono in tante nubi tese
a scostarsi, mentre il vento, con tremore,

fischia una nenia. Odo il suo sibilo celato
attraverso finestrini di un treno fermo, percosso,
schiaffeggiato da fronde di pioggia; mi sento malato
d'un tratto. Non ho domande da pormi. Indosso

un manto d'inedia. Il cielo è glicine, le gocce coltelli
e il vento zufola nuove risposte e nuovi appelli.)
Questo rapporto mi piace, intendo col prof. Dovremmo, vorrei, instaurare rapporti di questo genere con i docenti, ma non dopo-esame; durante il corso. Alcuni si sono rivelati proprio una sorpresa, voglio dire che mi hanno aperto gli occhi, anche umanamente, e fatto capire che loro non sono "i prof", la casta, the untouchables; un rapporto di rispetto comune può sottendere anche fiducia e umanità e non per forza austerità e stupidi confini. Temo il giorno in cui dovrò lasciare l'università. Questa settimana mi ha riportato alla mente anche cose che avevo accantonato. In primis la scrittura, ma anche la lettura, IO ADORO Ogni cosa è illuminata, ma soprattutto mi ha riportato alla mente i miei adorati queer movies:
Presque Rien di Lifshitz
Edge of seventeen
e tanti altri
Ho capito anche che il destino dell'uomo è già scritto e che se apro un libro a caso a pagina 56 e leggo la quinta frase la frase sarà immancabilmente:

" così per 2 secondi, massimo 3, formammo un bel trio primitivo, 2 maschi che si battevano per il possesso della femmina tirandola da 2 parti opposte.".
Toh! Che casualità! Non è un caso. Il 4 ho rivisto "occhi di cerbiatto"... ma certo che non ho molta fantasia... Occhi di cerbiatto, occhi di ghiaccio... il prossimo sarà occhi di gatto? o occhi di fuoco? Ma soprattutto con tanti appellativi... proprio gli occhi vado a vedere? Miriam dice di aver capito il mio tipo: deve avere la faccia a bravo ragazzo. Forse a ragione... Ma un bravo ragazzo con barba, eh!, glabri proprio no.


lundi 1 décembre 2008

dimanche 30 novembre 2008

Blowin' in the wind


Una volta credevo alla potenza della parola. Ora credo alle tante parole che si potrebbero dire e che non si dicono, al silenzio tra una parola e l'altra, agli sguardi.
Oggi credo in cose più evanescenti. E poco importa se non diventerò ciò che sognavo, infondo non merito la nomea, e non la meriterei, di scrittore. Non bisogna aver vissuto per essere "scrittore", ci vuole il "saper scrivere".
E credo che persone che mi circondano siano più capaci di me. In verità, potrei dire che l'università ha prosciugato la mia creatività, l'ha resa sterile. Una volta sapevo scrivere. Sapevo scarabbocchiare, una volta sapevo fare cose ultra-creative, pensare come un gay trentenne a New York (ma va là!). Ora la permanenza nella R1 mi ha fatto comprendere di non sapere più gestire il mio estro. Ora l'incontro con persone "altre" mi ha rivelato l'opacità delle mie doti.
C'è sempre chi ne sa più di te, chi sa farlo meglio di te, chi è incapato più di te. E allora che fare? Io cerco di continuare con la mia vita, allontanando certi pensieri. Fare finta di nulla è la cosa più bella che esista; capisco quelle persone che se parli loro di politica, scostano la testa e rispondono: "no, non mi interessa", come se gli stessi chiedendo di allearti al partito della lebbra. A volte la cosa più facile è disinteressarsi, fare finta di nulla. Il problema? Quale problema?
Lo so di star ammorbando. Non me ne può fregare meno. A differenza di quello che uno può dire, io non scrivo per gli altri. Io scrivo per me. Lo so, sono un'egoista del cazzo.


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per tutte le parole che vorrei dire








































































































































































































































... *_*


il vento l'altro giorno ha fischiato una nenia con più risposte alle mie domande di quante yahoo answers ne possa dare.

jeudi 27 novembre 2008

27 novembre : Pranzo sociale a duomo e voce più virile del solito

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dimanche 23 novembre 2008

Ribell1one



[jules et jim: la rivoluzione inizia dalle singole persone e dalle singole esperienze]

Voglio chiamare mia figlia January. Come January Jones, per chi visiona Mad Men è la bambolina sexy moglie di Don Draper.
Ma vorrò veramente una figlia oppure avrei voluto avere genitori come me che mi avessero letto bei romanzi, mi avessero fatto conoscere tante cose e mi avessero dato un nome particolare e il mio desiderio di avere una figlia ne è una proiezione?
Cioé, alla fine l'argomento è il modo in cui sono stato cresciuto, in cui sto vivendo e quindi il modo in cui vivrò.
Per esempio, io non ho avuto da parte di mio padre una educazione politica. Non ho avuto una educazione culturale dai miei genitori. Perché lo dico? Perché non è mai troppo tardi per aprire gli occhi.
Questa settimana è iniziata con l'occupazione dell'aula R1 in via Duomo martedì.

[la mia idea di simbolo della R1]

Qualcosa di concreto l'abbiamo fatto, almeno parlo per noi. Quest'occupazione ha messo in luce lati di persone che erano rimaste in ombra. Quando io dico che a via Duomo mentre fuori c'era una mobilitazione in atto i/le ragazzi/e se ne fregavano, chiusi/e nella torre di un individualismo creato a dose di televisione e poca personalità non faccio torto a nessuno. Perché è la verità.
IO mi professo vecchio a 21 anni: non scopo, non ho relazioni amorose, non bazzico in locali, non adoro la musica, ma cavolo, ci sono vecchi più vecchi di me.
Venerdì la giornata mi ha fatto ragionare in un modo incredibile. Voglio fare francese. Rifare i 3 anni, spostando delicatamente spagnolo in una pattumiera e inserendo la modalità française. Non solo, pensavo durante l'incontro con il professore Amendola (a.k.a.: patatino amendolino) insieme a Ilaria ed Adriano e successivamente l'assistente Pasquale, che la didattica è troppo sterile. Adriano ne sa più di tanti 30 e lode messi insieme.
Io non voglio una didattica, un'università sterile, io voglio sentire ciò che studio.
Io mi ribello a tutto questo. Voglio di più.
E vorrei volere da me di più anche in campo sentimentale. Vorrei che non pensassi passivamente. Mai più passivo. Cioé, non vorrei incappare in un doppio senso o una gaffe... sì al passivo in camera da letto, no al passivo nella vita. L'avrò ripetuto tante di quelle volte che non ci credo più.[beef-cake]
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[attenzione: da non leggere. Pericolo lametta --> emo thoughts]

domenica 16 novembre: prima di dormire

Credevo che gl'anni si succedessero senza importanza. Credevo che uno capisce di aver fatto cambio di cervello solo durante il decimo, diciottesimo, venticinquesimo, trentesimo e poi quarantesimo anno di vita, il cinquantesimo e così via. Come se ci fossero tappe importanti nella vita che sono solo divisibili per 5 e per 10. Poi, oltrepassati i 18 ti si viene detto che tutto sarà più veloce. E tu ci credi. Ma sbagliano. Tutto è più veloce e lento al contempo: è un non tempo.
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Lunedì 17 novembre: prima di dormire

Stanotte, dopo molto tempo ho voglia di piangere. Passano i giorni, i mesi, gl'anni, e sono sempre lo stesso. Ho la barba. Sono al terzo anno d'Università. Sto protestando, affinché non mi si tagli il futuro. In verità non so se sto lottando proprio per questo o se io stia lottando perché non ce la faccio più a vedere merda qui in Italia. Ho 21 anni. Ho i peli sul petto. Ho un membro. E sono un bambino. Mi fingo grande, gioco con i mie amichetti ad essere "grande". Loro lo sono. Io, persisto. Che dura sconfitta per me ritrovarmi con le stesse paure di 3 anni fa.
Vorrei fare 3 cose adesso: fumare, scopare e viaggiare, andarmene.
Credo, alle volte, che la mia gabbia di vetro non permetta 2 delle tre elencate. E dico che il fumo può nuocere alla mia salute, quindi, anche se mi piacerebbe "atteggiarmi" con una siga tra le dita, non credo che sia il caso. Mi faccio schifo, come sono perbenino!
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[ma che cazzo di foto si rovano surfando il net?!]


dimanche 16 novembre 2008

one and three pics

[ SOLO PER ILA, UNICAMENTE PER LEI]

c'è un bazar vicino la sede di Giusso, Via MezzoCannone, che espone un narghilé ripieno delle sorpresine dell'ovetto Kinder... che nostalgia...

[ ODDIO... UN PACCO DI TEGOLINI!]

non so se è solo mia madre che non li compra più oppure sia da attribuire la scomparsa alla dura legge della selezione naturale promossa da Darwin, ma i Tegolini non si vedono più in giro. Ciò vale anche per i Soldini. Altro che Tigri bianche e balene... qui c'è l'estinzione dei prodotti più buoni della nostra infanzia.

PER ULTERIORI INFO... http://www.zarcone.it/2006/07/18/soldino-mulino-bianco/

[LEZIONI INTIME... TOKIO HOTEL... NO WORDS]

non so che dire se non da notare: Valeria Marini è "l'ultima diva dopo la Loren e la Lollo".
Ma soprattutto questo...

samedi 15 novembre 2008

Porci con le ali


Uno dei primi libri letti fu Porci con le ali, scritto a quattro mani da Marco Lombardo Radice ( la buon'anima) e Lidia Ravera. Un romanzo che mi colpì allo stomaco. Soprattutto perché avrò avuto 15 anni, tipo, e stavo leggendo di due adolescenti, sedicenni, che vivevano la loro rivuluzione sessuale sessanttottina, disseminata dalle prime esperienze, la masturbazione, occasionali uscite omosessuali. Il tutto scritto in un realismo, che, diciamolo, io trovo irritante, come in Twilight: l'uso del gergo, l'uso di una scrittura adolescienziale mi sturba parecchio ( è da questo libro che ho preso l'abitudine di dire sturbare al posto di disturbare/turbare)

Cazzo. Cazzo cazzo cazzo. Figa. Fregna ciorgna. Figa pelosa, bella calda, tutta puzzarella. Figa di putanella. Niente. Una volta con le filastrocche ci venivo, o almeno mi veniva voglia. Dicevo le parolacce e poi ridevo, se ero con i miei amichetti. Se ero sola le pensavo, le dicevo a mezza voce e poi mi infilavo le mani nelle mutandine, rapida rapida, con un occhio alla porta e e orecchie così tese che sentivo fischiare le scale. Era un gran spavento. E la mano poi me la sarei tagliata, ma era bello, una gran felicità bagnata, strappata, un urletto soffocato. Adesso, anche se sono sola è come se fossi in mezzo alla gente: mi viene da ridere. Cioè non è che mi viene da ridere, rido perchè non sono mai sola, c'è sempre qualcuno, anche se non c'è nessuno, qualche maledetto coglione che mi giudica.

Così inizia il libro. E così inizia il film che ieri sera ho visto. Dopo tanto che volevo vederlo, l'hanno fatto su sky.

Delusione.
Enorme.
E non sono il solo.
[http://dailymotion.alice.it/visited/nessone1/video/x4e01j_porci-con-le-ali-1977smoking-scene_sexy]
A volte, per la maggior parte del film, si distacca dal romanzo, forte proprio per essere l'antenato italiano di Melissa P. o di The Dreamers. Il punto è che il romanzo fa ridere perchè è ancora attuale. I due pianeti, Marte e Venere, che non si capiscono, è l'argomento principale. Tra le righe un periodo così vivo e colorato (il 68 appunto) che il film ha ridotto alle sue tinte più estreme e scolorite, il periodo del 77, della comune, dei capelli alla Lucio Battisti, del femminismo insulso, del comunismo portato al suo estremo, del terrorismo.
Oltre a ciò la regia di Pietrangeli appare a un ragazzo del 2008 come insulsa, priva di tecnica, luce e fotografia sono inesistenti. Il modo di ricreare un sogno ad occhi (semi)aperti - eyes wide shut -o il pensiero o ancora un dibattito è ingenuo e sperimentale fin troppo, tanto sperimentale che li ha capiti solo lui i passaggi. Unica nota positiva è il rapporto con le scene di nudo che sono belle e forse fin troppo calcolate. Chi è che va a dormire con una canottiera ma senza slip?

Vorrei essere un regista per poter riportare questa storia al cinema, ma come dico io, una cosa che aderisce perfettamente al libro.


vendredi 14 novembre 2008

le 3 canzoni che ho in mente





The Last Shadow Puppets- Separate And Ever Deadly



Nada - Ma che freddo fa



da notare anche la versione in spagnolo Hace frio ya


Blondie - Heart of Glass, ma anche enough is enough (min 1:26)





dimanche 9 novembre 2008

Sovversivi




A

lle volte mi chiedo che cosa sia giovane. E come le pippe mentali possano influire sul comportamento. Lo ammetto, e me ne vergogno, io sono un vecchio e un disadattato. Non ascolto musica, o meglio non è il mio passatempo – che brutta parola passatempo, distrazione? Diversivo? – preferito. Non vado ai concerti, non socializzo per rimorchiare, non rimorchio affatto. Eppure, in questa settimana ho potuto notare come sia lontano dall’esserlo davvero, vecchio intendo, rispetto a certi che si arrendono al minimo venticello e passivi se ne stanno a sperare che il mondo crolli loro addosso. Prima o poi dovrà succedere.

E

una settimana ha avuto inizio l’attivazione vera da parte mia e di Miriam, volantinaggio, sensibilizzazione delle masse di vrenzole ignoranti e di matricole intimidite e sempre qualche coglione c’è. Meglio sfruttare l’università al meglio fino a quando non la potremmo avere più. Mi si dice. IO ho 12 esami sul libretto. IO sto sempre in prima fila a seguire. IO mi faccio pure le iniziative in più. Ma IO voglio continuare ad avere una UNIVERSITÀ.

We, sendi bieni un bo’ gua, timmi di che palla sta rifomma: parole della vrenzola sperdù

Abbiamo, d’altronde fato la conoscenza di Fabrizio, lo spasimante di Miriam, Anna, una ragazza tutta pepe, e abbiamo capito che il prof. Di Arte moderna è di destra e che fa pena… Quando Palazzo Giusso verrà liberata farò lezione.


I

o voglio solo dire "Barack Obama? Giovane, bello e abbronzato". Ma ci rendiamo conto? Ma vogliamo parlarne di come ha reagito quando i giornalisti hanno chiesto di chiedere scusa? Imbecilli. Speriamo che la gente si svegli. Oppure una nuova era totalitarista avrà inizio. Ma a parte le polemiche sono contento che abbia vinto Obama, spero solo non deluda le aspettative. Qui in Italia tutte le testate hanno insistito sul colore della pelle del nuovo presidente. Io punterei l’accento sul fatto che finalmente di nuovo abbiamo un democratico alla white house e non sul fatto che adesso si dovrà parlare di black house.

O

sto cambiando o non saprei. Ho letto Twilight, e voglio leggere New moon. Mi si era attribuito una lettura di libri da dover leggere e non di libri che mi faccia piacere leggere. Ebbene, credo d’aver svoltato, ma è da parecchio che ho il desiderio di leggere e di comprare 1) un bel graphic novel, 2) un libro di Calvino, ma soprattutto dei cd (The arctic monkeys, The editors, The killers, The last scado puppets, Guster, MGMT, Bloc Party, Franz Ferdinand ecc…). Non me ne voglia Miriam, ma penso però che non leggerò mai un manga, corpi maschili troppo androgini.


U

ltimamente non sono stato sempre su msn. Lo odiavo. Eppure mi ha permesso di mettermi in contatto con Claudia. Ci dobbiamo incontrare assolutamente. Ultimamente mi sono aperto alla pop culture, alle culture alternative e se ho amato Zodiac, cionondimeno mi è piaciuto Superbad.

Ma, comunque, ditemi che Occhi-di-ghiaccio non è perfetto. Perché non ci possono essere tipi tanto idealisti, carini, simpatici, alternativi e deliziosi. No, non ci possono essere. Altrimenti mi devo flagellare. E poi vorrei fare i complimenti ai ragazzi dell’Orientale, sempre molto creativi teatrali.